Gustav Mahler
I due occhi azzurri del mio tesoro
m’obbligarono a partire per il vasto mondo.
Dal mio angolo prediletto dovetti congedarmi!
Oh occhi azzurri! Perché mi guardaste?
Ora, per sempre, patirò ansia e dolore!
Me ne partii nella notte silente,
nella notte silente per l’oscura brughiera.
E nessuno mi disse addio, addio!
I miei compagni eran amore e doglia!
Lungo il cammino s’ergeva un tiglio,
e là soltanto nel sonno riposai!
Sotto il tiglio, che i suoi fiori
ha nevicato sopra di me,
più non sapevo quanto duole la vita,
perché tutto, oh tutto nel bene s’era mutato!
Tutto! Tutto! Amore e dolore!
E il mondo e il sogno!
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Philip Larkin
Talvolta, di quinta mano, si sente dire
A modo d’epitaffio:
Mandò tutto al diavolo,
Tagliò la corda e via,
E sempre nella voce la certezza
Che si debba approvare
Questa mossa coraggiosa,
Purificante, elementare.
E hanno ragione, trovo.
La odiamo tutti la casa,
Odiamo doverci abitare:
Detesto la mia stanza,
Le cianfrusaglie scelte con accuratezza,
I buoni libri,
Il buon letto,
E la mia vita in ordine perfetto:
Così, nel sentito dire
Li ha piantati tutti
Mi eccito e arrossisco, come
Allora lei si cominciò a spogliare,
Oppure Bèccati questo, bastardo;
Perché non posso anch’io, se lui l’ha fatto?
Cosa che mi conforta a rimanere
Tranquillo e laborioso.
Ma me ne andrei oggi stesso,
Sì, camminerei spavaldo per le strade
Cosparse di noci, me ne starei rannicchiato
Sotto coperta con ispida barba bonaria,
Se non fosse un po’ troppo artificioso
Un passo indietro così deliberato
Per darsi uno scopo.
Libri; porcellane cinesi; una vita
Reprensibilmente perfetta.
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